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11 ottobre 2024
iPhone 16 Pro e Stampa di Grande Formato
Lo scatto che vediamo nel video, realizzato con un #iPhone16Pro, è stato stampato in FineArt nei formati 100x125 e 90x112 cm, ottenendo risultati di grande interesse. Abbiamo sfruttato appieno le capacità del file Raw generato dall'ultimo modello di iPhone, concentrandoci su un'esportazione che riducesse al minimo artefatti e rumore.
Si tratta di una dimensioni di stampa che fino qualchei anni fa era consierata estrema anche per buone macchine prosumer. Oggi tutto questo nella gran parte dei casi è possibile grazie agli sbalorditivi sia hardware che software che animano i nostri device mobili come appunto l'ultimo arrivato di casa Apple.
Il fattore fondamentale per ottere il meglio dalla mobile photography è da una parte scattare con condizioni di luce favorevoli in quanto vista la dimensione ridotta del sensore il rumore di fondo rimane una variabile importante e soprattutto scattare sempre in raw. Scattare nel formato nativo del nostro cellulare è fondamentale poichè ci permette di bypassare gli automatismi di ottimizzazione che vengono applicati di default dal software del nostro telefono.
Infatti i nostri smartphone sono in grado di creare ottime immagini con correzzioni estremamente precise e gradevoli in modo da poter postare direttamente sui social senza alcun tipo di post produzione.
Questo aspetto "comodo" tuttavia diventa un grande svantaggio qualora si voglia utilizzare i file per realizzare fine art print di medio e grande formato. Infatti sia la messa in gamma automaticha che lo sharpening di default riducono enormemente la possibilità di lavorare le immagini e creano artefatti difficilmente attenuabili.
Inoltre come sappiamo benissimo il formato raw contiene tutta la gamma dinamica consentita del sensore e la possibilità di bilanciare il bianco in maniera estremamente precisa anche a posteriori.
La post produzione è stata eseguita in un primo step utilizzando Camera Raw in modo da ottenere un'immagine dalle tonalità morbide e con una struttura il più possibile libera da artefatti. Successivamente mediante l'utilizzo di Photoshop abbiamo convertito l'immagine in bianco e nero concentrandoci su mascherature e bruciature in modo da ottenere un'immagine tridimensionale ma tuttavia delicata e ricca di toni.
La parte più interessante è stata quella però durante la quale abbiamo applicato un flusso di lavoro specifico per un'interpolazione che rendesse la foto finale più "fotografica" e naturale. Ci siamo avvalsi di diversi passaggi i Photoshop, filtrature con plugin e software esterni di terze parti. Sono stati necessari diversi tentativi e prove di stampa per perfezionare il risultato, ma il processo è stato fluido grazie alla ricca gamma tonale del file di partenza, rendendo questa fase particolarmente piacevole.
Una volta fiinalizzati gli esecutivi abbiamo stampato le immagini a formato pieno utilizzando una delle nostre stampanti fine art Epson P20.000 che utilizzano pigmenti certificati Epson Ultrachrome Pro e ci consentono di ottenere ottime stampe giclée a colori e in bianco e nero. Che si stampi partendo da una scansione di un negativo, da un fine generato da un medio formato digitale o da uno smartphone come in questo caso gli accorgimenti alla fine sono sempre gli stessi.
Vista l'estetica super classica di questo scatto monocromatico come supporto abbiamo scelto una Hahnemühle Lustre da 260 Gsm. Questo ci ha permesso di concentrarci totalmente sulla regolazione tonale e di valutare con estremo rigore l'incisione della stampa finale. Chiaramente per "mascherare" eventuali carenze del file avremmo potuto scegliere magari una carta cotone matt texturizata ma in questa occasione siamo stati estremamente esigenti.
Già dalle prime test strip le cose sembravano estremamente promettenti ma poi quando abbiamo mandato in stampa l'esecutivo siamo rimasti davvero colpiti dalla qualità del risultato finale.
Sia la stampa 90x112 che quella 100x125 ci hanno stupiti non tanto per la risoluzione quanto per la ricchezza e la morbidezza dei passaggi tonali.
E' incredibile come sensori così piccoli siano in grado di produrre toni continui senza strappi o artefatti nonostante una conversione in bianco e nero abbastanza energica.
Chiaramente l'incisione finale non è incredibile ma stiamo parlando di formati davvero enormi se si pensa che sono realizzati con un dispositivo che possiamo tenere in tasca. Tuttavia giocando su un mood analogico e organico la stampa risulta estremamente piacevole e coerente. Anche se non abbiamo aggiunto grana o disturbi per rendere l'immagine ancora più analogica ci siamo trattenuti molto dall'essere troppo invasivi con lo sharpening onde evitare sgradevoli artefatti.
Questo epserimento di stampa ci ha fatto capire che la mobile photography non può sostituire tecnicamente le fotocamere tradizionali, ma offre oggi possibilità creative molto interessanti. Questo esperimento mette in luce i grandi progressi dell'hardware e del software, come l'IA, che hanno trasformato i dispositivi mobili in strumenti rappresentativi agili e pratici, anche se ancora sottovalutati.
Negli ultimi sette anni, abbiamo prodotto un numero crescente di stampe fine art a partire da immagini scattate con smartphone, sviluppando un approccio dedicato e restando aggiornati su un settore apparentemente distante dal nostro. Oggi, la maggior parte degli smartphone di fascia medio-alta, sia #Apple che #Android, sono veri e propri "taccuini visivi" sempre a portata di mano.
Anche se dal punto di vista della nitidezza possiamo dover accettare qualche compromesso, con le tecniche di sviluppo che abbiamo affinato siamo ora in grado di trasformare queste immagini in stampe fine art di qualità.